
Un mare di plastica
Le plastiche, materiali sintetici derivati da sostanze petrolchimiche, dominano le nostre vite. Negli ultimi settant'anni hanno avuto una diffusione incredibile, grazie a costi di produzione estremamente contenuti e alle loro specifiche proprietà, delle quali approfittiamo ogni giorno.
Quali sono le conseguenze di un utilizzo così diffuso?
Cos'è il marine litter?
Scoprilo grazie alla pillola di scienza "Gocce di civiltà in un mare di plastica, insieme per un mare migliore"
fonte: ISPRA
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Il marine litter consiste nella dispersione in mare di oggetti costruiti ed adoperati quotidianamente dall'uomo e poi abbandonati o persi lungo la linea di costa ed in mare, compresi quei materiali che, dispersi sulla terra ferma, raggiungono il mare attraverso i fiumi, il vento, le acque di dilavamento e gli scarichi urbani
Plastica usa e getta
La produzione pro capite nel 2022 è stata di 494 chilogrammi per abitante, con variazione percentuale negativa dell'1,6%. In dettaglio, il Centro ha registrato 532 chilogrammi per abitante, il Nord 506 chilogrammi, e il Sud 454 chilogrammi.
Impatto della plastica sull'ambiente
Materiali diversi hanno impatti diversi sull'ambiente, e per confrontarli è necessario valutare tutti i fattori che entrano in gioco in ogni fase del loro ciclo di vita. Rispetto a un kg di carta, la produzione di una quantità analoga di plastica emette meno gas serra e consuma meno acqua ed energia ma una busta di plastica non è più sostenibile di una busta di carta. E' difficile quantificare l'impatto dei rifiuti plastici sull'ambiente.
Quanto tempo occorre alla plastica per disintegrarsi?
Non è facile stabilirlo. La vita media dei prodotti in plastica a buon mercato è breve e molti sono progettati per essere gettati via presto e quelli che durano per molti anni sono davvero un'eccezione.

Per conoscere il ciclo di vita della plastica:
Le bioplastiche
Sono un tipo di plastica a base biologica. Si intendono quei materiali e quei manufatti, siano essi da fonti rinnovabili che di origine fossile, che hanno la caratteristica di essere biodegradabili e compostabili. L'uso delle bioplastiche, come alternativa più rispettosa dell'ambiente rispetto alla plastica convenzionale, ha guadagnato popolarità negli ultimi anni. Tuttavia, una nuova pubblicazione scientifica ha rilevato che questi materiali possono essere tossici tanto quanto le loro controparti a base petrolchimica, quando finiscono in ambienti costieri.
Il dominio del monouso
I supermercati traboccano di frutta e verdura in confezioni singole, e per una ragione valida: l'imballaggio in plastica impedisce ai cibi di disidratarsi, li protegge durante le varie fasi di trasporto e permette a peperoni, cetrioli e carote di conservarsi più a lungo. La maggior parte di queste confezioni viene gettata nelle pattumiere di casa ma cosa succede se anche un piccola percentuale della plastica usata per imballare i cibi di tutto il mondo finisse nell'ambiente?
Le microplastiche
Le microplastiche si trovano nei prodotti per l'igiene personale, nei prodotti per la pulizia domestica e nelle polveri detergenti, nei cosmetici. In ogni flacone si trovano decine di migliaia di microsfere, che vengono portate via dall'acqua di scarico e in gran parte finiscono in mare. I produttori accettano di modificare i prodotti solo quando l'opinione pubblica fa pressione e corrono il rischio di subire danni all'immagine. La campagna internazionale Beat the Microbead ha questo obiettivo.

Le nanoplastiche
Secondo l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), le microplastiche sono piccole particelle di plastica in genere non più larghe di 5 millimetri. In maniera generica, sono considerate nanoplastiche le particelle di dimensioni più piccole. Una definizione più accurata e ampiamente accettata descrive "una nanoplastica come particella che misura non più di 1 μm (0,001 mm) di diametro in qualsiasi dimensione".
Per saperne di più:
Approfondimento
Le bustine di tè rilasciano microplastiche
Il tè è un'ottima alternativa al caffè la mattina o un piacevole momento di relax il pomeriggio, ma senza microplastiche! Le bustine di tè sono sempre più spesso realizzate in nylon, che è una plastica. Una singola bustina di tè in plastica alla temperatura di infusione (95°C) può rilasciare circa 11,6 miliardi di microplastiche nella tua tazza. Meglio quindi, comprare del tè sfuso o in alternativa accertarsi che le bustine siano realizzate in carta.